La moviola de La Gazzetta dello Sport. Milan-Hellas Verona 3-0. Arbitro Fabbri 6.5
Al 16' intervento sano di Niasse su Loftus-Cheek ma manca il giallo per l'entrata immediatamente successiva di Nelsson sul milanista. Al 32', niente da sanzionare nel contatto Tomori-Bradaric, al 42' giallo corretto ad Al Musrati su Pulisic. Al 2’ della ripresa, trattenuta a due braccia di Nelsson su Nkunku: totale disinteresse per il pallone, rigore ok. Al 41', rete annullata a Orban: c'è fallo su Maignan, oltre al fuorigioco segnalato dall'assistente.
Arbitro Fabbri: voto 6.5: conduzione attenta, qualche sbavatura ma niente di serio: rigore su Nkunku visto in diretta, come il contatto Orban-Maignan che azzera I’1-3.
Maledizione Hellas. Non si spezza il tabù San Siro
La maledizione di San Siro continua. Il Verona non ha, infatti, mai vinto in Serie A nello stadio di Milan e Inter in 68 partite, equamente divise tra rossoneri (34) e nerazzurri (34). L'unico successo dell'Hellas in casa del Diavolo risale al 12 marzo 1922, quando i gialloblù vinsero per 1-0 con gol di Egidio Chiecchi: San Siro non esisteva ancora e l'incontro si disputò al Campo di viale Lombardia, allora di proprietà del Milan. Contro l'Inter, invece, il Verona non ha mai vinto in trasferta, nemmeno in un altro impianto. Fonte: La Gazzetta dello Sport
Hellas Verona, lunedì libero per i gialloblù
La squadra di Zanetti riprenderà gli allenamenti martedì pomeriggio, a porte chiuse al centro sportivo lacustre, in vista della sfida in programma domenica contro il Torino, allo stadio Bentegodi.
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Primavera Hellas Verona, Kurti: “Il mio connazionale Kumbulla è un punto di riferimento ed un esempio da seguire”
Undicesimo appuntamento con 'Visti da vicino' il format dell’Hellas Verona che ci accompagnerà per tutta la stagione 2024/25, in cui i protagonisti sono i giovani gialloblù della formazione Primavera allenata da mister Paolo Sammarco. Curiosità, aneddoti, vita personale e naturalmente tanto calcio sono i temi principali di queste interviste. Nell'episodio di questa settimana andremo a scoprire la vita, privata e sportiva, di uno dei pilastri della difesa gialloblù: Adi Kurti.
Adi, quando hai iniziato a giocare a calcio?“Sono nato in Albania, a Elbasan, un paese vicino alla capitale Tirana. Ho iniziato a giocare già da piccolo, a 5 anni, e ho sempre giocato nella squadra della mia città, l’AFC Pepa. All’inizio mi ha portato mio papà a giocare, anche perché ero un bambino un po’ sedentario, e il calcio è anche un ottimo mezzo per migliorare fisicamente e per fare nuove amicizie”.
Com’è stata la tua esperienza nelle giovanili di un Club albanese? “Ho tanti bei ricordi, sicuramente il migliore è stato quando abbiamo vinto il Campionato Under 17, dove giocavo da sotto età. L’Academy della mia squadra è organizzata molto bene, e oggi tanti miei compagni con i quali abbiamo vinto quel campionato giocano tra la Serie A albanese e la Serie C italiana. Credo che in Albania la Federazione stia facendo un buon lavoro per sviluppare il calcio nel paese e lo dimostrano anche i risultati della Nazionale maggiore. Ci tengo a ringraziare il Presidente Armand Duka per il lavoro che sta facendo”.
Quando hai capito che il calcio sarebbe potuto diventare la tua strada? “Direi quando mi ha chiamato per la prima volta la Nazionale albanese, a 15 anni. In quello stage che ho fatto a marzo, con mister Bulku, ho capito che avrei potuto davvero provarci. Due mesi dopo siamo andati in Croazia a fare un torneo e lì ho dimostrato a me stesso di avere le capacità giuste e ho preso tanta fiducia”.
Poi sei venuto in Italia nel 2022… “Sì, la prima squadra che mi ha voluto è stata la Sampdoria. Avevo 16 anni e mi ricordo benissimo quel giorno quando mi è arrivata la chiamata dall’Italia. Era l’11 luglio e l’emozione che ho provato è stata unica, di andare a giocare per un grande club italiano. Certo, non nego che avevo anche un po’ di timore e qualche dubbio, perché comunque a 16 anni non è facile andare via dal proprio Paese, dalla propria città, lasciando tutti gli affetti. Ma ero sicuro che questa fosse la scelta giusta da fare”.
Com’è stato il tuo adattamento iniziale in Italia? “Non parlavo italiano, visto che avevo vissuto sempre in Albania, e i primi mesi sono stati duri. Ma comunque fin dall’inizio sono sempre stato con altri ragazzi italiani e già in due mesi avevo migliorato molto la lingua. Sul campo da calcio invece è stato tutto più facile, perché alla fine il calcio è una lingua universale”.
Dopo la Sampdoria arrivi al Verona… “Dopo la stagione a Genova mi ha chiamato l’Hellas, così sono venuto qui ad allenarmi per 6 mesi. A Verona ho trovato da subito una seconda casa, sia a livello di vita che a livello professionale, quindi calcistico. A causa di alcune problematiche amministrative, però, non potevo giocare e così a gennaio sono passato all’Empoli. Lì non è stato facile l’adattamento, perché non conoscevo nessuno e mi sono infortunato. Dopo qualche mese, ho preso ritmo e la situazione è migliorata, ma non mi sentivo come qui a Verona, dove mi sento a mio agio, come se fossi a casa mia e dove conoscotutti. Così alla fine quest’estate sono tornato a Verona”.
Questa è la tua prima stagione in Primavera, come ti stai trovando? “Non ho iniziato nel migliore dei modi, perché mi sono subito infortunato e ci ho messo un po’ a trovare il ritmo partita. Ma nessuno mi ha mai lasciato dietro, anzi, tutti i compagni mi sono stati vicino e mi hanno aiutato, così come il mister Sammarco e il Direttore Margiotta, che mi hanno sempre dimostrato tanta fiducia. Ora stiamo facendo bene in campionato e vogliamo continuare così, cercando di fare più punti possibili”.
Hai detto che qui a Verona è come se fossi a casa tua. Perché secondo te? “Dalla prima volta che sono andato ad allenarmi con la Primavera, il mister mi ha accolto molto bene, parlando con me e chiedendomi come mi sentissi. Lo stesso ha fatto il Direttore, aiutandomi molto anche nei primi mesi in cui non potevo giocare. Questo per me è stato importantissimo, mi ha fatto sentire molto bene, proprio come a casa”.
Ormai sei un punto fisso della difesa di mister Sammarco, com’è misurarsi con questa responsabilità? “Mi sono molto responsabilizzato grazie al mister, perché comunque essendo il centrale dei tre difensori devo parlare molto, aiutare tutti i ragazzi e in particolar modo quelli che hanno meno esperienza. All’inizio non è stato facile, perché ancora dovevo conoscere bene i miei compagni, ma ora che abbiamo imparato a conoscerci è tutto più semplice. Cerco sempre di aiutare tutti i compagni, questo è il mio compito”.
Che consigli ti ha dato il mister per migliorare? “Mi dice che devo sempre essere pronto per aiutare la squadra ed essere sempre positivo con i compagni, trasmettendo loro fiducia, perché è una cosa che dà tanta spinta a te stesso e soprattutto agli altri”.
Quali sono i tuoi punti di forza? E in cosa invece devi migliorare? “Penso di essere un buon leader in campo e faccio del fisico la mia forza e infatti nei duelli fisici, negli 1vs1, è difficile superarmi. Devo migliorare nei primi passi dello scatto, nella velocità e nel mio piede debole, il sinistro”.
Hai segnato anche un gol in questa stagione, nella partita vinta in trasferta a Roma, cos’hai provato segnando questo primo gol? “È stata una partita bellissima, tosta e difficile, che è arrivata anche in un periodo di festività. Abbiamo corso tanto, loro sono molto forti, ma abbiamo avuto qualcosa in più. Il gol è stato bellissimo, il mio primo in Primavera. Mi sono messo a piangere quando tutti i compagni sono venuti ad abbracciarmi, ripensando a tutti i sacrifici fatti fino a quel momento e al mio percorso”.
C’è un difensore che consideri come un modello? “Qui al Verona un mio riferimento è stato sicuramente Kumbulla. Lui è un giovane albanese che, come me, è passato dalla Primavera fino alla Prima squadra e per me è sicuramente un esempio da seguire. Della squadra attuale mi piace Coppola, un difensore fisico, giovane, nel quale mi rivedo come caratteristiche”.
Cosa puoi dirci della tua esperienza con la Nazionale albanese? “Giocare con la maglia del proprio Paese è sempre un’emozione indescrivibile che non si riesce a spiegare. Quando torno in Albania per giocare, vengono sempre tutti a vedermi, dalla famiglia agli amici, ed è una spinta in più. Quando si è in campo per il proprio Paese, dove sei nato e cresciuto, puoi solo dare tutto quello che hai. Essere capitano da 3 anni è un fattore in più, bisogna aiutare tutti, anche i ragazzi che magari parlano poco albanese. A volte è come essere un secondo mister perché, dovesse l'allenatore prendersela in particolare con qualcuno, tu devi essere quello che invece lo tira su di morale”.
La tua famiglia riesce a venire a vederti giocare e quanto è importante per te? “Sì, quando possono vengono. Soprattutto mio papà Ilir, che è quello a cui piace di più il calcio. Mia mamma Vojsava e mio fratello minore Dionis vengono meno, ma non mi fanno mai mancare il loro supporto. Mio papà dopo ogni partita mi chiama, mi dice: ‘ricorda sempre che dagli sbagli e dagli errori si impara e si migliora’”.
Come ti stai trovando qui a Verona e nel convitto? “Benissimo. Con i ragazzi facciamo qualche uscita in città e c’è proprio un bellissimo ambiente, ottimo per crescere”.
Hai legato in particolare con qualcuno? “Sì, sicuramente con Davide Casagrande, che ora è andato via, e con Angelo Vapore. Siamo un bel trio, usciamo sempre insieme e siamo buoni amici”.
Oltre il calcio, cosa ti piace fare nel tuo tempo libero? “Mi piace molto uscire con gli amici, magari andare a fare shopping, in giro per la città. Anche quando sono in Albania e ho molto tempo libero, però, mi piace andare a vedere i miei amici giocare a calcio o magari uscire con loro, anche a cena o a pranzo”.
Chi pensi sia il giocatore più tecnico della squadra? “Quando scende dalla Prima squadra a giocare con noi, sicuramente Cisse, ma se penso a qualcuno dei miei compagni dico Pavanati”.
Chi ti mette più in difficoltà, anche in allenamento, con i dribbling e la velocità?“Agbonifo”.
Chi è, secondo te, il migliore nei duelli aerei? “Vermesan. Lui ti mette sempre in difficoltà nei colpi di testa perché ha un ottimo posizionamento e una grande capacità di attaccare la palla”.
C’è qualcuno che vuoi ringraziare in particolare? “Oltre alla mia famiglia, c’è anche la mia ragazza, Sigi, che vive in Albania ma mi sta sempre molto vicina e mi capisce molto bene, anche perché lei gioca a pallavolo e sa cosa si prova a praticare uno sport di squadra. Poi voglio ringraziare il mio procuratore e infine ci tengo a citare ancora una volta sia il Direttore Margiotta che mister Sammarco. Voglio ringraziare anche i fisioterapisti Davide e Ema e anche Giorgio Rossi, che ci aiuta tanto ed è davvero una brava persona”. Fonte: hellasverona.it
Hellas Verona, allenamento questa mattina
La squadra di Paolo Zanetti prosegue la preparazione, a porte chiuse al centro sportivo lacustre, in vista della sfida in programma sabato alle ore 15 allo stadio Bentegodi, contro l’Atalanta.
Ex Verona, Da Silva nuovo allenatore della Juniores del Gallipoli
L’ex attaccante dell’Hellas Verona ha diretto il primo allenamento da tecnico della squadra giallorossa. Classe 1982, William Barbosa Da Silva ha vestito la maglia gialloblù dal 2006 al 2008, per un totale di 53 presenze e 8 reti.
Buon compleanno
Tanti auguri a… Samuel Dalla Bona. L’ex centrocampista dell’Hellas Verona compie 44 anni.
Hellas Verona, la rosa dei 25. Out Harroui
Come ormai consuetudine le squadre di Serie A devono fare i conti con il vincolo che prevede la cosiddetta limitazione della rosa a 25 giocatori decisa dalla FIGC. Scrivo “cosiddetta” perché in realtà non è proprio così… La normativa prevede infatti l’iscrizione illimitata nella rosa di tutti i giocatori “Under 22”, definiti come coloro i quali sono nati dall’1 gennaio 2001 in poi - si legge su legaseriea.it - Come ormai è noto, la regola prevede due ulteriori vincoli ispirati al regolamento già in vigore da anni per le coppe europee. Il primo prevede che di questi 25 almeno 8 siano “calciatori formati in Italia” (quindi appartenenti al vivaio nazionale) e la seconda che di questi otto almeno 4 siano “calciatori formati nel club” (ovvero appartenenti al vivaio della società). Cosa si intende con “calciatori formati in Italia” e “calciatori formati nel club”? Sono tutti quei calciatori che, indipendentemente dalla nazione di nascita, sono stati tesserati a titolo definitivo (anche se poi ceduti in prestito) per almeno tre stagioni complete in Italia (o nel club) fra la stagione in cui hanno compiuto 15 anni e la stagione in cui ne hanno compiuti 21.
L'Hellas Verona ha consegnato alla Lega il proprio elenco aggiornato dopo la sessione del mercato invernale, nel quale spicca l’assenza di Abdul Harroui a seguito del grave infortunio al ginocchio rimediato a Parma.
* Bernede Antoine Joseph 26/05/1999 OVER 22
* Bradaric Domagoj 10/12/1999 OVER 22
* Daniliuc Flavius David 27/04/2001 OVER 22
* Dawidowicz Pawel Marek 20/05/1995 OVER 22
* Duda Ondrej 05/12/1994 OVER 22
* Frese Martin Sonder 04/01/1998 OVER 22
* Lazovic Darko 15/09/1990 OVER 22
* Montipò Lorenzo 20/02/1996 OVER 22
* Mosquera Bonilla Daniel Fernando
* 20/10/1999 OVER 22
* Niasse Cheikh Ahmed Ti 19/01/2000
* OVER 22
* Rocha Livramento Dailon 04/05/2001 OVER 22
* Sarr Amin 11/03/2001 OVER 22
* Serdar Suat 11/04/1997 OVER 22
* Tchatchoua Jackson 14/09/2001 OVER 22
* Tengstedt Casper 01/06/2000 OVER 22
* Valentini Nicolas 06/04/2001 OVER 22
* Berardi Alessandro 16/01/1991 OVER 22 formati in Italia
* Faraoni Marco Davide 25/10/1991 OVER 22 formati in Italia
* Kastanos Grigoris 30/01/1998 OVER 22 formati in Italia
* Perilli Simone 07/01/1995 OVER 22 formati in Italia.
Hellas Verona, tre autoreti valgono 9 punti su 23
Contro il Monza, terza autorete a favore dei gialloblù di Zanetti.
Alla settima giornata, la prima è firmata Joronen, portiere del Venezia che all’81’ ha chiuso il derby veneto sul 2-1 a favore degli scaligeri.
Al Dall’Ara di Bologna ci ha pensato invece l’attaccante Castro, all’88’, deviazione su punizione che ha sancito il 2-3 finale alla 18ª giornata.
Domenica scorsa, dopo appena 13’, è stato il turno di Lekovic all’U-Power Stadium di Monza, rete che ha permesso all’Hellas Verona di vincere lo scontro diretto e di salire così in classifica a quota 23 punti dopo altrettante giornate.
Top 11 Europa, presente il gialloblù Coppola
Whoscored.com ha stilato la formazione ideale dell’ultimo turno dei principali cinque campionati europei. Tra gli undici, presente Diego Coppola, difensore dell’Hellas Verona.
La Gazzetta dello Sport: mercato invernale Hellas Verona, voto 5.5
La solita rivoluzione: l’Hellas ha salutato sette giocatori e ne ha abbracciati cinque, tutti stranieri. I più interessanti arrivano dalla Svizzera: Antoine Bernede è il sostituto di Belahyane, ha giocato un paio di partite nel Psg di Neymar e Mbappè e ne parlano bene. L'altro è Cheikh Niasse, mediano dello Young Boys. Ha giocato 5 partite in Champions. Occhio anche al 2006 Slotsager, centrale arrivato dall'Odense. Fonte: La Gazzetta dello Sport
Hellas Verona, allenamento questa mattina
La squadra di Zanetti prosegue la preparazione, a porte chiuse al centro sportivo lacustre, in vista della sfida in programma sabato alle ore 15, allo stadio Bentegodi, contro l’Atalanta.
Setti: “Belahyane è l’ultimo regalo che ho fatto alla Lazio. Reda diventerà un idolo: su di lui c’erano anche Chelsea, Marsiglia e Rennes”
“Dopo Zaccagni, Baroni, Noslin più altri, Belahyane è l’ultimo regalo che ho fatto alla Lazio, credetemi Reda darà grandissime soddisfazioni”.
“Praticamente continuo a fare tutto io, ma lo dico in senso buono, tanto che abbiamo fatto Belahyane io e Lotito in pochissimo tempo e assicuro che la Lazio ha preso un gran bel giocatore, ma non lo dico perché ha giocato nel Verona“.
“Per quello che ha rappresentato per noi e per come è stato valutato, credo sia stato pagato anche poco, è un regalo tecnico e sotto un certo punto di vista anche economico perché se restava, sono convinto che a fine stagione sarebbe stato valutato anche il doppio, ma va bene così, il ragazzo voleva andare ed era giusto così, il tempo giusto per cambiare squadra e andare in una grande come la Lazio. Per me è destinato a fare grandi cose”.
“Su di lui c’è stato il Chelsea che voleva prenderlo e ne abbiamo parlato parecchio, ma loro volevano un giocatore pronto, alla fine non l’hanno considerato tale, peggio per loro, a questo punto meglio per la Lazio. Ma c’erano anche Marsiglia e Rennes, più altre importanti squadre italiane che si erano affacciate prima. Lotito è stato il più convinto e più veloce. Abbiamo fatto un affare tutti e due, il Verona e la Lazio, vedrete che mi ringrazierete, diventerà un idolo alla Lazio e farà innamorare i tifosi“.
“Lo ripeto, la Lazio ha fatto un gran bell’affare, ne abbiamo fatti tanti in questi ultimi anni, per non parlare di Baroni, grande uomo e grande allenatore. Reda darà grandissime soddisfazioni, se lo dovessi descrivere credo sia proprio un tuttocampista con attitudine a morsicare le caviglie degli avversari, anche perché ha una grandissima capacità palla al piede e testa alta ad uscire da situazioni difficili e complicate. Quando vedi che è impossibile o quasi, ecco che lo vedi uscire da situazioni incredibili, quantità e qualità. E a centrocampo può giocare ovunque, ma Marco (Baroni ndr) lo sa bene. Reda, poi, è fortissimo di testa, ma, non fraintendetemi, la testa che intendo io è la mentalità ovviamente, anche perché non è molto alto, ma ha una velocità di pensiero e carattere fuori dal comune. Anche io ne rimasi impressionato le prime volte, ha tutto per diventare un top-player. A Roma diventerà un idolo“ ha dichiarato a lalazio.com il Senior Advisor of Football Operations dell’Hellas Verona, Maurizio Setti.